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Albertazzi, Giorgio.

Attore, regista, autore e sceneggiatore teatrale e cinematografico italiano. È stata una delle figure più importanti del teatro italiano della seconda metà del Novecento. Personalità eclettica e dalle mille sfaccettature, nel 1945 fondò ad Ancona, insieme a Titta Foti, il primo teatro anarchico italiano. Arrestato per collaborazionismo militare nel 1946, trascorse due anni in carcere; uscito dalla prigione, si trasferì a Firenze, dove si laureò in Architettura. Invitato dal regista Luigi Squarzina a sostenere come voce recitante alcune letture in un circolo fiorentino, gli si aprirono le porte del teatro ed ebbe per lui inizio una ricchissima carriera che partì ufficialmente con Troilo e Cressida (1949) di William Shakespeare, per la regia di Luchino Visconti. Dopo aver recitato, dal 1950 al 1952, nella compagnia del Teatro Nazionale diretta da Guido Salvini (Peer Gynt, 1950, di Henrik Ibsen; Intrighi d'amore, 1952, di Torquato Tasso; Edipo a Colono, 1952, e Trachinie, 1952, di Sofocle), lavorò fino al 1955 nella Ricci-Magni-Proclemer-Buazzelli-Albertazzi (Romeo e Giulietta, 1954, di William Shakespeare, diretto da Salvini; Il sangue verde, 1955, di Silvio Giovaninetti, diretto da Franco Enriquez; Resurrezione, 1955, di Carlo Terron, diretto da Enriquez; Beatrice Cenci, 1955, di Alberto Moravia, diretto da Enriquez). Dal 1956 al 1972 formò con Anna Proclemer un sodalizio affettivo e artistico, che lo portò a dirigere e interpretare testi drammatici classici e moderni. Tra le opere più importanti ricordiamo: Requiem per una monaca (1958), di William Faulkner e Albert Camus, regia di Orazio Costa; Amleto (1963) di William Shakespeare, regia di Franco Zeffirelli (vincitore del Challange al Thèatre de Nation a Parigi e in cartellone all'Old Vic di Londra con ben 21 repliche); Dopo la caduta (1964) di Arthur Miller, regia di Franco Zeffirelli; La governante (1965) di Vitaliano Brancati, regia di Giuseppe Patroni Griffi; Pietà di novembre (1967) di Franco Brusati, regia di Valerio Zurlini; La Gioconda (1972) di Gabriele D'Annunzio, diretta dallo stesso A.; Pilato sempre (1972), scritta da A. e diretta da Ruggero Rimini. Sciolta la compagnia creata con la Proclemer (avrebbe lavorato di nuovo con lei negli anni Novanta), recitò in importanti lavori, quali: Il fu Mattia Pascal (1974) di Tullio Kezich da Luigi Pirandello, regia di Luigi Squarzina; Conversazione continuamente interrotta (1977) di Ennio Flaiano, regia di Luciano Salce; Re Nicolò (1980) di Frank Wedekind, regia di Egisto Marcucci; Enrico IV (1982) di Luigi Pirandello, regia di Antonio Calenda; Memorie di Adriano (1988) di Jean Launay dal romanzo di Marguerite Yourcenar, regia di Maurizio Scaparro; Svenimenti (1989) di Anton Cechov, regia di Antonio Calenda; Caro bugiardo (1991) di Jerome Kilty, regia di Filippo Crivelli; La fastidiosa (1994) di Franco Brusati, regia di Mario Missiroli; La figlia di Jorio (1997) di Gabriele D'Annunzio, regia di Melo Freni; Falstaff e le allegre comari di Windsor (2001) di William Shakespeare, regia di Gigi Proietti; Concerto per Roma (2002), regia e musica di Andrea Liberovici; Il mondo di Mr. Peters (2003) di Arthur Miller, regia di Enrico Maria La Manna; Quando si è qualcuno (2004) di Luigi Pirandello, regia di Massimo Castri; Diario privato (2005) di Paul Léautaud, nella rielaborazione di Raffaele La Capria, regia di Luca Ronconi. Fu regista, oltre che attore, di La miliardaria (1980) di George Bernard Shaw, Lucia di Lammermoor (1983) di Salvatore Cammarano, Il Cid (1984) di Pierre Corbeille, L'angelo dell'informazione (1986) di Alberto Moravia, Il Mercante di Venezia (2000) di William Shakespeare, All'Angelo Azzurro (2000) di Giuseppe Manfridi. Fu autore, regista e attore di: Giro del teatro in 120 minuti (1984), Dannunziana (1989), La Shakesperiana ovvero "Il nostro gioco" (1995), Eros voglio cantare (1998), Intorno a Dante (2003). Dalla metà degli anni Cinquanta A. lavorò anche per la televisione in opere di rilievo: Candida (1954) di George Bernard Shaw, Zio Vania (1955) di Anton Cechov, L'idiota (1959) di Fedor Dostoevskij, La donna del mare (1961) di Henrik Ibsen, Carta bianca (1966) di Ennio Flaiano e Enrico Vaime, Maria Stuarda (1968) di Friedrich Schiller, Topaze (1971) di Marcel Pagnol, La fastidiosa (1972) di Franco Brusati, Philo Vance (1974) di Marco Leto, Il padre (1982) di August Strindberg, Colui che sta al gioco (1985) di Hugo von Hofmannsthal, Divina Commedia (1988) di Dante. Assunto l'incarico di direttore artistico di Tao-Arte, il Festival di Taormina, dal 1995, vi portò nel 1997 l'inedito testo di Dario Fo Il diavolo con le zinne, in cui lavorò a fianco di Franca Rame. Dal 2002 è direttore artistico del Teatro Stabile di Roma. A. lavorò anche in ambito cinematografico, interpretando numerose pellicole tra cui: Lorenzaccio (1951) di Raffaello Pacini, Don Camillo (1952) di Julien Duvivier, Il mercante di Venezia (1953) di Pierre Billon, Uomini ombra (1954) di Francesco De Robertis e Odoardo Fiory, Morte di un bandito (1961) di Giuseppe Amato, L'anno scorso a Marienbad (1961) di Alain Resnais, Eva (1962) di Joseph Losey, Ti ho sposato per allegria (1967) di Luciano Salce, Gradiva (1970) dello stesso A., La nottata (1974) di Tonino Cervi, Tutti gli anni una volta l'anno (1995) di Gianfrancesco Lazotti, Crimine contro crimine (1998) di Aldo Florio, Tutta la conoscenza del mondo (2001) di Eros Puglielli, L'avvocato de Gregorio (2003) di Pasquale Squitieri, Ora e per sempre (2004) di Vincenzo Verdecchi. Lettore di fascino e di carisma, dotato di una voce inconfondibile, A. spazia da Saffo a Dante, da Leopardi a García Lorca, da Pirandello a Palazzeschi. Memorabili le sue "letture" dantesche effettuate dalla Torre degli Asinelli di Bologna (luglio 2003), davanti a un pubblico di oltre 20.000 persone. Nel giugno 2006 A. fu insignito del premio Eschilo d'Oro alla carriera (n. San Martino a Mensola, Fiesole, Firenze 1925).
L'attore Giorgio Albertazzi